Villa dei Papiri

  

Su, svelti! Affrettate il passo, se volete riuscire a vedere qualcosa prima di ripartire! Ve l’ho detto: la villa è gigantesca. È stata costruita sul fianco di una collina, subito fuori Ercolano. Terrazze artificiali scendono fino al mare, dove le imbarcazioni del padrone e dei suoi ospiti attraccano a un molo privato.
La villa è disposta su quattro livelli. Sul piano principale, oltre all’atrio e ai locali di servizio, ci sono due peristili, cioè due giardini colonnati. E poi sale da banchetto, terme, passeggiate coperte… oltre alla biblioteca, ovviamente.
Gli affreschi e i mosaici tolgono il fiato, per non parlare dei mobili di legno rivestito d’avorio. Ma il pezzo forte sono le statue, di bronzo e di marmo… alcune sono così belle da sembrare… vive! Quando leggete in biblioteca, vi sentite osservati dai busti dei filosofi e dei letterati antichi. E mentre passeggiate nei giardini, mentre cenate o fate il bagno, vi spiano re, condottieri, oratori, animali, dei…
A proposito: se avete voglia di farvi una nuotata, fatevi un tuffo nella vasca del peristilio. È così lunga che, da bambina, credevo fosse un fiume!
Un tempo la villa aveva anche un’altra piscina: si trovava su una terrazza vista mare, con una scaletta intagliata nella roccia per scendere fino alla spiaggia. C’era anche un padiglione molto elegante, dove il padrone cenava con gli amici nelle sere d’estate. Purtroppo, però, negli ultimi anni il livello del mare ha continuato ad alzarsi, e la terrazza è stata abbandonata… tra il mare che si alza e i continui terremoti, chissà cosa sta succedendo sottoterra!
Comunque, nel peristilio troverete anche le mie statue preferite, i Corridori. Quanto sono stata presa in giro per colpa loro!
Ora vi spiego. Prima di essere venduta all’asta, lavoravo con mia madre in un mulino fuori città: non avevo mai visto una statua, a parte le statuine di terracotta dei Lari, gli spiriti protettori della casa.
Quando sono arrivata qui, il capo della servitù mi ha mostrato le sale del banchetto, perché non mi perdessi mentre riportavo i piatti sporchi nelle cucine. Io lo seguivo a testa bassa. D’improvviso ho alzato gli occhi, e ho visto due atleti pronti a travolgermi di corsa! Ho gridato e mi sono buttata tra i cespugli, calpestando le preziose rose partiche del padrone. Il capo della servitù me ne ha dette di tutti i colori, ma gli altri schiavi hanno riso tanto da farsi venire il mal di pancia…
Come, ve ne andate già? Prima di partire vi consiglio di salire fino al Belvedere: è un bovindo rotondo, coperto da una cupola, con grandi finestre affacciate sul golfo. Nessuno in tutta Ercolano può vantare una vista del genere! È uno dei privilegi della ricchezza…
Si fa presto a dire: “la più grande ricchezza è bastare a se stessi”, come ripetono il padrone e i suoi amici. Provino un po’ a dirlo agli schiavi che vivono incatenati come bestie nelle fattorie di campagna, oppure ai bambini che lavorano nelle lavanderie e nelle tintorie, ustionandosi le mani e storpiandosi le gambe!
Perdonatemi, non volevo alzare la voce. Il saggio non si fa turbare dalle passioni, insegna Epicuro…

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