Cittadini di Ercolano

  

Vedete quelle lastre di marmo? Erano appese nei pressi della basilica Noniana. Caio Giulio Fausto, Quinto Lollio Rufo, Lucio Cominio Giacinto…
Certo, per voi sono solo nomi. Ma per me erano persone. Ci si conosceva tutti, qui a Ercolano!
Una città piccola ma vivace. Per le strade si incontrava gente di tutti i tipi: stranieri di passaggio, politici e affaristi con le mani in pasta dappertutto, attrici, filosofi e poeti, ex schiave diventate imprenditrici di successo…
Prima vi parlavo della basilica Noniana. Indovinate chi l’ha fatta costruire a proprie spese? Marco Nonio Balbo, la nostra celebrità locale. Su quelle lastre troverete molti Marci Nonii: sono suoi liberti, cioè schiavi che, una volta liberati, hanno preso il nome del padrone. Balbo, però, non si è limitato a farsi conoscere qui a Ercolano. Pensate, è stato governatore della provincia di Creta e Cirene (in Libia). All’epoca dell’eruzione del Vesuvio, oramai era morto da un pezzo, ma potete ancora leggere il suo nome dappertutto: sulle statue, sulle targhe commemorative…
Eh, sì: qui da noi, ai ricchi non bastava essere ricchi. Volevano essere ricordati, così spendevano fortune per costruire o ristrutturare gli edifici pubblici. Come si dice, le parole volano, gli scritti rimangono!
I liberti, da questo punto di vista, erano i peggiori. Non gli bastava la libertà, no, loro volevano proprio tutto: la fama, i soldi, i diritti! Guardate Lucio Venidio Ennico: quando è stato liberato era troppo giovane per ottenere la cittadinanza romana. E cos’ha fatto? Sfruttando un cavillo legale, gli è bastato sposare una cittadina a pieno titolo – Livia Acte, brava donna – e avere da lei una bambina. I liberti erano davvero pieni di risorse!

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