Muro di parole – Matrix

  

Benvenuti nell’antica villa dei Pisoni, l’ultima tappa del vostro viaggio. Non potete lasciare Ercolano senza averla vista! Sembra la reggia di un imperatore; in realtà è stata costruita da una famiglia potente ai tempi della repubblica.
Seguitemi. Il padrone mi ha chiesto di farvi da guida. Ha detto che siete ospiti di riguardo. Di solito non mi occupo di queste faccende, ma se è il padrone a chiederlo… sono a vostra disposizione. Mi chiamo Diòtima e sono una filosofa.
Ecco: state facendo “la Faccia”, la solita espressione di chi pensa “una schiava filosofa?!”.
Tranquilli, ci sono abituata. Tutti pensano che una schiava sia buona solo a pulire i pavimenti e servire gli antipasti… io, invece, sono la responsabile della biblioteca!
Ora vi racconto. Sono stata comprata da bambina, a un’asta. Quando ho detto che mia madre mi aveva insegnato a leggere, nessuno mi ha creduta: mi hanno messa subito a lavorare nelle cucine. Pensate, questa villa è così grande che non ho incontrato il padrone per mesi e mesi! Non sapevo nemmeno che faccia avesse. Vedevo soltanto un gran via vai di ospiti, a tutte le ore. Il padrone riceveva visitatori di ogni tipo: aristocratici venuti da Roma, politici locali, studiosi greci con la barba lunga…
Un giorno, mentre portavo via i piatti sporchi dopo un banchetto, ho trovato un biglietto. L’aveva perso uno degli ospiti, un poeta. Mi sono messa d’impegno per leggere i versi che aveva scarabocchiato: parlavano di amore, dolore, destino… una vera lagna, a essere sincera.
A un certo punto ho sentito un colpo di tosse alle mie spalle. Per lo spavento ho lasciato cadere tutti i piatti, compresa la brocca d’argento. Il fracasso si è sentito fino all’atrio!
Un uomo mi guardava divertito, con un mucchio di rotoli di papiro sottobraccio. “Ma tu guarda – ha detto – ho una schiava istruita e non lo sapevo!”.
Mi sono gettata ai suoi piedi, implorando pietà. Ero sicura che per me fosse la fine!
Invece lui è scoppiato a ridere. Ha detto che la filosofia vale molto più di qualche coccio di terracotta.
È stata la prima volta che ho sentito quella parola magica: fi-lo-so-fi-a…

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