Affreschi e mosaici pompeiani
Vi ho già parlato degli affreschi e dei mosaici, vero? Sì, quelli che mi lasciano a bocca aperta quando consegno il pane nelle case più belle dei dintorni.
Dei mosaici capisco poco, lo ammetto. Però so come si dipinge un affresco, perché il mio amico Lucilio è apprendista in una bottega d’arte.
Prima di tutto la squadra monta i ponteggi, perché si comincia sempre a dipingere dall’alto. La parete viene spalmata di intonaco umido, così il colore si fisserà per bene, senza rischiare di sgretolarsi una volta asciutto. A questo punto bisogna dipingere in fretta, prima che l’intonaco si secchi.
Non c’è tempo per errori o distrazioni, dice Lucilio. Un trucco usato dai pittori è quello di fare uno schizzo preparatorio: si abbozza il disegno sulla parete a grandi linee e poi ci si dipinge sopra. Per gli ultimi ritocchi, invece, non c’è tutta questa urgenza. Si possono tranquillamente aggiungere sulla parete già asciutta, mescolando il colore a un collante, come l’uovo!
Vedeste quanta roba si portano dietro i pittori: compassi, giare piene di gesso, tantissimi vasetti di colore e ciotole in cui mescolarli!
I colori di base sono il rosso, il giallo, il blu, il bianco, il nero, il verde e l’arancione. Ma la scelta non dipende soltanto dai gusti del padrone di casa: è tutta questione di soldi e prestigio, come sempre. Perfino tra i colori esistono i ricchi e i poveri…
Ad esempio, il “blu d’Egitto” costa caro, perché viene fabbricato con un procedimento complesso, fondendo rame, sabbia e carbonato di calcio. E il rosso cinabro, che si estrae dalle miniere spagnole, vale addirittura il doppio!
Però, posso confidarvi un segreto? Quando metto piede in una di quelle case, mi gira la testa. I colori ti vengono incontro dalle pareti, dal soffitto… ti aggrediscono da tutti i lati.
D’accordo, le nostre città sono tutte colorate: le colonne, le statue, i templi, le botteghe, perfino i muri esterni delle case… Ma almeno siamo all’aria aperta, sotto il cielo.
Dentro quelle case, invece, non c’è proprio riposo per gli occhi!
Dei mosaici capisco poco, lo ammetto. Però so come si dipinge un affresco, perché il mio amico Lucilio è apprendista in una bottega d’arte.
Prima di tutto la squadra monta i ponteggi, perché si comincia sempre a dipingere dall’alto. La parete viene spalmata di intonaco umido, così il colore si fisserà per bene, senza rischiare di sgretolarsi una volta asciutto. A questo punto bisogna dipingere in fretta, prima che l’intonaco si secchi.
Non c’è tempo per errori o distrazioni, dice Lucilio. Un trucco usato dai pittori è quello di fare uno schizzo preparatorio: si abbozza il disegno sulla parete a grandi linee e poi ci si dipinge sopra. Per gli ultimi ritocchi, invece, non c’è tutta questa urgenza. Si possono tranquillamente aggiungere sulla parete già asciutta, mescolando il colore a un collante, come l’uovo!
Vedeste quanta roba si portano dietro i pittori: compassi, giare piene di gesso, tantissimi vasetti di colore e ciotole in cui mescolarli!
I colori di base sono il rosso, il giallo, il blu, il bianco, il nero, il verde e l’arancione. Ma la scelta non dipende soltanto dai gusti del padrone di casa: è tutta questione di soldi e prestigio, come sempre. Perfino tra i colori esistono i ricchi e i poveri…
Ad esempio, il “blu d’Egitto” costa caro, perché viene fabbricato con un procedimento complesso, fondendo rame, sabbia e carbonato di calcio. E il rosso cinabro, che si estrae dalle miniere spagnole, vale addirittura il doppio!
Però, posso confidarvi un segreto? Quando metto piede in una di quelle case, mi gira la testa. I colori ti vengono incontro dalle pareti, dal soffitto… ti aggrediscono da tutti i lati.
D’accordo, le nostre città sono tutte colorate: le colonne, le statue, i templi, le botteghe, perfino i muri esterni delle case… Ma almeno siamo all’aria aperta, sotto il cielo.
Dentro quelle case, invece, non c’è proprio riposo per gli occhi!
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