Casa del Citarista e Casa del Poeta tragico

  

Devo terminare il mio giro, volete accompagnarmi?
Di solito non facciamo consegne fuori Ercolano, ma zio Aulo, che conosce tutti, è riuscito a combinarmi un piccolo giro d’affari qui a Pompei: nelle occasioni speciali rifornisco alcune domus di pani speziati e dolci.
Non saranno ville lussuose come quelle che si vedono sulla costa, ma sono comunque case da sogno. Ti colpiscono fin dalla strada, con quei portoni rinforzati in ferro e lo schiavo portinaio che ti ferma all’ingresso.
Quando entro nell’atrio, carico delle mie ceste, non oso quasi calpestare i mosaici. Non so mai da che parte voltarmi: le pareti, il pavimento, il soffitto, tutto è colorato e racconta storie di eroi, di mostri, di dei!
Le prime volte restavo di stucco quando vedevo un cane da guardia ringhiarmi contro da un affresco o da un mosaico. Pensate che figura: mi è anche capitato di inciampare e finire a mollo dentro l’impluvium, la vasca che raccoglie l’acqua piovana! Si sono messi a ridere perfino i passanti che mi hanno visto dalla strada. Non mi sono mai vergognato tanto in vita mia…
Da quel giorno, quando il portinaio mi fa entrare, mi affretto verso le cucine senza perdere tempo. Peccato, però: mi piacerebbe dare un’occhiata al peristilio, il giardino circondato da colonne. La casa più grande dove sono stato ne aveva addirittura tre!
E altro che statue e mosaici: sono i giardini i veri simboli della ricchezza. Chi può permettersi di sprecare tanta buona terra per piantare fiori e cespugli, invece di coltivare un orto? Roba da aristocratici fannulloni, direbbe mio padre!
Ma per tornare alla realtà, basta entrare nelle cucine. Vedeste che roba: stanzette minuscole, senza aria né luce, dove gli schiavi si affannano a cucinare tossendo per il fumo e scontrandosi di continuo!
Se io avessi una casa così grande, non sprecherei tutto lo spazio disponibile solo per impressionare i miei ospiti con opere d’arte e giochi d’acqua. È proprio vero che i soldi non portano la saggezza!
…con qualche eccezione. Mi hanno raccontato che Giulio Polibio – un personaggio molto noto e potente a Pompei – ha trasformato il suo peristilio in un frutteto: alberi di fico, ulivi, meli, peri e ciliegi. A lui il senso pratico non manca. Guarda caso, ha fatto fortuna vendendo pane…

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